Congo, quegli italiani che andavano nelle miniere

Eh si ci dimentichiamo spesso che anche gli italiani sono stati un popolo di migranti e che lo sono tutt’oggi. Parliamo di invasione quando siamo stati noi ad andare in Africa dalla fine dell’800 fino ai primi trent’anni del ‘900. E non di certo tenendo stretta una colomba tra le mani, bensì baionette e pistole….

Morte e fotografia, quando uno scatto è meglio non mostrarlo

In Nepal ho avuto l’occasione di assistere a dei rituali funebri al tempio di Pashupatinath, località sacra agli induisti non distante da Khatmandu. Un luogo profondamente spirituale. In ogni angolo si possono trovare persone che pregano, famiglie dedite ai rituali tradizionali, anziane che fanno offerte. Insomma chi va lì entra a far parte di una…

Vita da cani, il randagismo “collettivo” in Nepal

La convivenza uomo-animale in Nepal è un dato di fatto. Non solo vacche in mezzo alle strade comodamente sdraiate nel traffico intasato di Kathmandu, o scimmie ladruncole nei luoghi sacri induisti. Anche i cani dicono la loro e aprono uno scenario interessante su una cultura che eleva l’animale a idolo. Perché sì, i cani hanno…

Il cortile della scuola, un bimbo con la macchina fotografica in mano

Durante una visita alla scuola di Lwang in Nepal, mi è capitato di incontrare un gruppo di bambini. Entusiasti di conoscere gli stranieri, i bimbi si sono come moltiplicati. Erano soprattutto interessati alla macchina fotografica. Io e un mio amico siamo stati accerchiati e tutti volevano farsi scattare una foto. Dopo qualche click di rito,…

Gurung e Newari, viaggio tra due etnie del Nepal

La Galleria fotografica di apertura è  stata realizzata con i contributi di Martina Deana, Cristian D’Errico e Viola Pavoncello. Fotografie con i rispettivi copyright In Nepal convivono un centinaio di etnie. Alcune riconducibili a pochi abitati sull’Himalaya o sui versanti immediatamente sotto ai giganti della catena montuosa. Due di queste etnie sono quelle dei Gurung…

Il rapporto simbiotico tra guerra e medicina

Per il numero di giugno del giornale per cui lavoro, AboutPharma, ho scritto un articolo sul rapporto simbiotico tra medicina e guerra. Un matrimonio che dura da secoli, ma che ha visto un’accelerazione tecnologica nell’ultimo secolo, soprattutto nella prima metà del ‘900. Guerra e medicina si parlano a vicenda “La medicina trae più vantaggi dalla…

Ambasciata americana a Gerusalemme, una nuova Nakba

A volte il destino fa del sarcasmo difficile da comprendere. Nel giorno in cui i Palestinesi ricordano la Nakba (esodo palestinese del 1948), gli Stati Uniti inaugurano la propria ambasciata a Gerusalemme nel settantesimo anniversario della nascita di Israele. Sorrisi, applausi, tagli del nastro da una parte, proiettili, sangue e morte dall’altra. Sangue e applausi…

La resistenza non violenta dei Saharawi, il documentario di Jordi Oriola

“Questo documentario è stato realizzato in condizioni di clandestinità”. Il lavoro del regista catalano Jordi Oriola inizia così, prima di passare in rassegna i vari protagonisti che si sono concessi alle telecamere. Quasi tutto il lavoro si sviluppa attraverso le interviste a una serie di attivisti che da anni sono impegnati nella lotta non violenta…

Kick off, partite di integrazione

Una partita di calcio a sette come tante altre quella che è andata in scena all’oratorio della parrocchia San Luigi di Milano, vicino corso Lodi, l’11 marzo 2018. Un incontro amichevole tra la squadra della Casa accoglienza Enzo Jannacci e l’istituto San Paolo. Giornata di piogga intensa, freddo, ma campo in perfette condizioni. Una domenica…

Dall’Omo al Turkana, i popoli che lottano per la sopravvivenza

Sabato 3 febbraio, durante l’evento Closer a Bologna organizzato da Witness Journal, ho moderato l’incontro con il fotografo Fausto Podavini, che ha speso cinque anni a documentare i lavori della diga etiope Gibe III sul fiume Omo. “Omo change” è un lavoro importante, da poco completato, che documenta l’impatto di imponenti opere architettoniche sull’ambiente e…

“C’è un solo Kurdistan”

“C’è un solo Kurdistan”. Mi dice così una delle ragazze presenti alla manifestazione curda contro il massacro ad Afrin, a Clarastrasse, Basilea. Un piccolo gruppo di manifestanti curdi riunitisi in una piazzetta, armati di bandiere, striscioni e volantini. Quest’ultimi rigorosamente scritti in tedesco. Afrin! Afrin! Afrin! Un ragazzo mi passa un volantino. Scorro lo sguardo…