Il cortile della scuola, un bimbo con la macchina fotografica in mano

Durante una visita alla scuola di Lwang in Nepal, mi è capitato di incontrare un gruppo di bambini. Entusiasti di conoscere gli stranieri, i bimbi si sono come moltiplicati. Erano soprattutto interessati alla macchina fotografica. Io e un mio amico siamo stati accerchiati e tutti volevano farsi scattare una foto. Dopo qualche click di rito, uno di loro mi chiede la macchina in mano. Voleva provare lui. Tentenno. Gliela concedo tenendo il laccio attorno al collo, metto la modalità automatica e il bimbo inizia a scattare. Non passa molto tempo che anche altri suoi compagni lo accerchiano chiedendomi la stessa cosa. Storco il naso poco convinto, li osservo sorridenti cercando di sostenere i loro sguardi liquidi. Acconsento, seppur riluttante. Rimango vigile perchè quella macchina, seppur leggera (una mirrorless), passa di mano in mano. Sudo freddo. Ok, sarò stato un incosciente, ma mi sono lasciato coinvolgere, forse troppo. I bimbi scattano, giocano, si divertono. Rimango vicino pronto a raccogliere al volo la macchina prima che si schianti a terra. Eppure non succede, anzi. Il primo bimbo che me l’ha chiesta si mette il cordone intorno al collo e continua a fotografare me, l’esterno della scuola e i suoi compagni. Il gioco dura una mezz’oretta abbondante. Al termine del tutto riprendo in mano la mia macchina e dopo aver salutato i piccoli mi riguardo comodamente le foto mentre accendo una sigaretta. Osservo le inquadrature sghembe, le immagini a volte fuori fuoco o mosse. Eppure dietro a quegli scatti improvvisati si nasconde uno sguardo nuovo. Basta immedesimarsi in studenti di una scuola elementare di un villaggio nepalese collegato al resto del mondo da strade fangose sulle quali transitano solo 4×4 o autobus di dubbia sicurezza (seppur guidati da autisti con abilità fuori dal comune, va detto). Cosa può immaginare la mente di un bambino dietro l’obiettivo? Cosa vede il suo occhio? Qui la galleria fotografica, senza ritocchi né post produzione.

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