Una partita di calcio a sette come tante altre quella che è andata in scena all’oratorio della parrocchia San Luigi di Milano, vicino corso Lodi, l’11 marzo 2018. Un incontro amichevole tra la squadra della Casa accoglienza Enzo Jannacci e l’istituto San Paolo. Giornata di piogga intensa, freddo, ma campo in perfette condizioni. Una domenica mattina di sport, con un po’ di curiosi a bordo campo che fanno capolino da sotto gli ombrelli aperti per guardare la partita.
Witness Journal, in un progetto più ampio avviato con l’istituto ha seguito l’incontro per documentarlo. In qualità di redattore del giornale e membro dell’associazione non potevo non esserci.
Progetto sportivo e culturale
La squadra allenata da Rocco è un melting pot di ragazzi provenienti da tante zone dell’Africa e dell’Asia (due ragazzi sono afghani). Sono richiedenti asilo. Alcuni hanno avuto la richiesta accolta, altri no. Alcuni di loro hanno trovato lavoro.
L’allenamento una volta a settimana, il lunedì sera. Sgranchire un po’ le gambe, rodare i piedi in vista delle partite che contano nei futuri tornei a cui la squadra è iscritta, prendere di mira la porta e centrarla nei momenti giusti. Poi la partita, domenica mattina. Non servono schemi, mister Rocco guida la squadra da bordo campo sotto la pioggia scrosciante, conscio che gli avversari sono tosti.
Vittoria netta
1-0 alla fine del primo tempo. Bicchiere di tè all’intervallo dopo i primi 20 minuti di gioco e poi via nuovamente a correre a scontrarsi con gli avversari. Gli schemi in campo riescono facilmente. Tutti collaborano tra loro come se si conoscessero da tempo. Eppure non è così. Ognuno ha esperienze di vita diverse. Sono accomunati solo dal desiderio di una vita migliore qui in Italia, in fuga dalle difficoltà dei Paesi di origine. Alla fine il risultato è netto 4-2 per Casa Jannacci. Una vittoria contro avversari più blasonati che da tempo giocano insieme e fanno squadra. Sarà pur vero che l’importante è partecipare, ma non è che si disdegna una vittoria.
VITADIFRONTIERA 