23.58. Due minuti alla fine del mondo. 120 secondi all’inverno nucleare. Notizia di oggi è lo scatto in avanti delle lancette del famoso “Doomsday clock”, il particolarissimo termometro geopolitico ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. Un semplice orologio metaforico che misura il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta. Sia a causa di guerre nucleari, che per motivi ecologico-ambientali.
Mai così in basso da oltre sessant’anni
L’ultima volta che le lancette sono state così vicine alla mezzanotte (momento di inizio del doomsday, appunto, cioè fine del mondo) è stato il 1953, momento apice dei test nucleari tra Usa e Urss.
Anche in quel caso le lancette segnarono 23.58. Nel corso dei decenni successivi, poi, l’orologio è stato “rimesso” più volte, toccando il punto più basso di pericolo nucleare nel 1991 con l’accordo sulla riduzione della proliferazione delle armi nucleari.
…Ma io ce l’ho più grosso
“Ho il pulsante sulla mia scrivania”, ha minacciato il nordcoreano Kim Jong Un a fine 2017, prima che Trump rispondesse con una battuta diventata poi virale sui social: “Ma il mio è più grosso e più potente del suo, e il mio funziona”.
Il botta e risposta tra i due capi di stato ha sicuramente alzato la tensione a livello globale. Al di là delle capacità belliche del Paese asiatico che sono ancora da dimostrare, quelle statunitensi sono ben conosciute. E fanno paura.
La pace olimpica
A rasserenare un po’ gli animi ci pensano le Olimpiadi invernali che quest’anno (9-15 febbraio 2018) si disputeranno in Corea del Sud a PyeongChang. Per l’occasione, come accadeva ogni quattro anni tra le polis greche, vecchi nemici trovano il modo di riappacificarsi. Le due Coree sfileranno sotto un’unica bandiera per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale.
Che la festa olimpica ritardi ancora per un po’ lo spostamento delle lancette verso la mezzanotte?