Quei confini così “strani”. Viaggio tra enclavi ed exclavi

Partendo da un bell’articolo di Tpi sui confini più curiosi al mondo, ho deciso di approfondire l’argomento e ho trovato una serie di informazioni veramente interessanti riguardo la configurazione di numerosi Stati in giro per il globo. Gli atlanti geografici di cui noi disponiamo o che si studiano a scuola non sono sempre fedeli alla realtà.
Questo perché sarebbe difficilissimo includere nelle mappe ogni singola entità statale sparsa qua e là.

Strisce territoriali:

Le enclavi ed exclavi spagnole:

Il mosaico asiatico:

La cosa che può sembrare paradossale (ma non lo è) è che gli Stati si contendono animosamente anche il più piccolo fazzoletto di terra per imporre la propria autorità sovrana. Per banalizzare, il fenomeno si potrebbe spiegare con la metafora di un albero che cresce nel nostro giardino e pende con i suoi rami sopra l’orto del vicino.
Una situazione particolarmente confusa si è risolta di recente, nel 2015. India e Bangladesh fin dal diciottesimo secolo presentavano reciprocamente delle enclavi del vicino per un totale di 2 mila. Ma non sono enclavi come Kaliningrad (Russia), all’interno dei territori polacchi e lituani o Llivia (Spagna) in Francia. Bensì sono enclavi nelle enclavi, formando una sorta di matrioska. Da un primo grado, si arriva fino al quarto.
Nel luglio 2015 New Dehli e Dacca hanno raggiunto un accordo dopo decenni di trattative mai andate in porto. L’India ha guadagnato 51 enclavi (7100 acri di terra) per un totale di 14 mila persone. Il Bangladesh ha ottenuto 111 comunità (17 mila acri di terra) per un totale di 36 mila persone.

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