Asha, 1 anno, condannata dall’Australia alla detenzione sull’isola di Nauru

Asha è una bambina di un anno, nata in Australia. Ha un problema; è figlia di immigrati clandestini. All’età di 5 mesi, lo scorso giugno 2015, è stata trasferita insieme alla sua famiglia sull’isola lager di Nauru.

Lo riferisce The Guardian. Dopo dodici mesi, Asha è dovuta tornare indietro, superando i 4.500 km che separano Nauru dall’Australia. È stata infatti ricoverata al Lady Cilento hospital di Brisbane per ustioni dovute ad un incidente domestico con un bollitore. Non potendo essere curata sull’isola, i medici hanno deciso di non dimetterla. Perché? Perché per la legge del Paese la piccola dovrebbe tornare nuovamente nel campo di detenzione di Nauru.

Troppo pericolosa l’isola per lei. Le condizioni igieniche precarie del luogo (area 9) le sono già costate una gastrointerite nei primi mesi dall’arrivo. Senza poi considerare l’invasione di ratti. Inoltre la madre ha smesso di produrre latte al seno per lo stress causando non pochi problemi alla figlia.  Infatti Asha è intollerante al latte in polvere.

È orribile che Asha, nata in Australia, sia ora detenuta a Nauru

aveva dichiarato la senatrice Sarah Hanson-Young quando è scoppiato il caso

I genitori sono così disperati che hanno addirittura pensato al suicidio. Questa è una tragedia umanitaria dovuta alla politica australiana

ha continuato la senatrice in un appello al ministro dell’immigrazione Peter Dutton.

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(Qui una galleria fotografica sul sito del The Guardian)

Il senatore ha dichiarato, però, che il Governo rimane saldo nella sua politica anti immigrazione e nella lotta contro i trafficanti. Asha è considerata clandestina anche se nata in terra australiana ereditando la condizione di mamma e papà.

La madre si sente più sicura ora che i medici stanno tentando di proteggere la sua bambina detenzione abusiva. Inoltre le guardie di frontiera, in passato hanno scavalcato le decisioni dei medici e la famiglia teme di essere sequestrata con la forza dall’ospedale e rimandata sull’isola.

ha detto Shen Narayanasamy direttore del gruppo Getup, impegnato in una campagna per i diritti umani.

Dopo il caso della chiesa di Canberra che ha duramente contestato il Governo sulla questione Nauru, adesso si mettono di traverso anche i medici di Brisbane.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. giomag59 ha detto:

    Grazie di aver pubblicato questo articolo. In questo periodo l’Australia sembra attirare molti dei nostri giovani alla ricerca di fortuna, nuovi emigranti del 2000… è bene fargli sapere che non è tutto rose e fiori; e se vogliamo dirla tutta, per con tutte le nostre contraddizioni e furberie, preferisco come si vive e ragiona da noi.

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    1. Alessio Chiodi ha detto:

      Sì hai proprio ragione. Ho amici partiti per l’Australia in cerca di fortuna e qualcuno è riuscito a sfondare. Tuttavia l’Australia non è campionessa di diritti umani. L’atteggiamento di Canberra riporta alla mente episodi terribili accaduti nel secolo scorso.

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      1. giomag59 ha detto:

        Mi viene in mente Alberto Sordi in quel film con Claudia Cardinale… siamo tornati a quei tempi? L’anno scorso la figlia diciottenne di miei amici è andata là per sei mesi, a lavorare in una farm… come se non ci fossero pomodori da raccogliere anche qua… boh, non so che dire… mi sembra una moda, più che una necessità

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      2. Alessio Chiodi ha detto:

        Sai dipende molto dai singoli casi. Siamo comunque un popolo di migranti. E’ pur vero che l’Australia, ora come ora ha più da offrire, ha un mercato ancora più aperto rispetto a quello americano.

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