Addio Schengen? Perchè l’Europa unita è un sogno impossibile

L’emergenza migranti ha messo l’Europa con le spalle al muro, ponendo quesiti ai quali gli Stati sembrano capaci di rispondere solo con la forza: chiudere le frontiere.

La Germania tra settembre e ottobre aveva mostrato aperture per i migranti siriani, non per motivi umanitari, ma per mere motivazioni economiche. Poi c’è stata l’Ungheria di Orban che ha alzato un muro contenitivo ai confini con Serbia, Croazia e Slovenia. Anche la Bulgaria e la Croazia stessa hanno pensato alla stessa cosa per bloccare il flusso di disperati lungo la rotta balcanica. Adesso anche Vienna, Zagabria e Lubjana hanno deciso di interrompere Schengen, ossia la libera circolazioni di merci e cittadini in seno all’Ue. Verranno reintrodotti, quindi, i controlli dei passaporti e documenti. L’Austria aveva preso questa decisione già a settembre 2015, ma c’è stata la proroga della misura. Chiusura probabile, quindi, del confine con l’Italia all’altezza del passo del Brennero.

Migranti nei Balcani. Foto da Repubblica.it
Migranti nei Balcani. Foto da Repubblica.it

Se Karl-Heinz Grundboeck, portavoce del ministero dell’Interno austriaco, ha sdrammatizzato sugli scenari apocalittici a seguito di questa decisione, Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo ha dichiarato che la crisi migratoria andrà risolta in due mesi o bisognerà prendere atto del fallimento totale dell’Unione Europea. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nei primi 18 giorni di gennaio 2016 in Grecia sono arrivati 31.244 migranti. Un numero 21 volte superiore allo stesso periodo del 2015.

Ma l’emergenza migranti è solo la punta dell’iceberg. É innegabile che l’Europa abbia un problema di interessi nazionali che non coincidono con quelli (sperati) di “Europa Unita”. Il concetto di “Stati Uniti d’Europa” è un progetto pensato già dal XV secolo, ma attuato (in parte) dopo la II Guerra Mondiale, in un mondo bipolare e gelato dal conflitto Usa-Urss. Prima unione economica, poi unione monetaria, poi, in un futuro, unione politica. I fatti danno ragione agli euroscettici. Per quanto tutti abbiano delegato la propria sovranità alle istituzione di Bruxelles, nessun accetta volentieri di mettere in secondo piano i propri interessi nazionali, soprattutto in fatto di sicurezza interna o politica estera.

Il modello statunitense non funziona. É la storia a dirlo. Non siamo partiti da 13 colonie inglesi che una volta indipendenti hanno conquistato con la forza il “vecchio west”.

Cosa hanno in comune gli Stati europei?

Territorio: Spartizioni e guerre di conquista hanno sempre diviso il vecchio continente. La guerra è stata una costante della storia europea. Il Nobel per la pace che l’Ue ha ricevuto nel 2012 ha riguardato solo una fetta dell’Europa. In Ucraina si combatte e si muore. Nel Caucaso (legato culturalmente all’Europa) c’è una crisi decennale tra Georgia e Azerbaijan. Per non parlare, poi, delle crisi sociali. Un contesto di guerra non è definibile solo coi carrarmati. Anche il terrorismo in Spagna e Nord Irlanda ha minato nel profondo la solidità delle istituzioni nazionali. Di pace, in fin dei conti, neanche a parlarne dopotutto.

Religione: Sono tutti cristiani in Europa, ma con confessioni diverse: ortodossi, cattolici, protestanti. Ma poi ci sono Turchia e Albania, musulmani, che vorrebbero sedere in Parlamento. Quindi la domanda. Gesù o Maometto? In fondo l’Europa è stata anche questo.

Filosofia: Quali sono le radici culturali europee? Non solo quelle cristiane. Siamo stati tutti pagani. A unire gli Europei è stato il pensiero filosofico, ma quanto possa giustificare una “unificazione culturale” è ancora da vedere.

Lingua: Non c’è una lingua unica. Due ceppi diversi, quello ungro-finnico e quello indoeuropeo. Si è dovuta cercare una lingua franca, l’inglese. Franca, appunto. Ogni Paese parla il suo idioma e solo quando serve l’inglese.

Se prendiamo la definizione classica di nazione “una comunità di individui che condividono alcune caratteristiche comuni come la lingua, il luogo geografico, la storia, le tradizioni, la cultura e un governo” vengono a mancare dei presupposti: indovinate quali.

 

 

 

 

 

 

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