La minoranza aborigena nei fumetti di Sam Walman

L’Australia non è terra di nessuno. Ma i coloni inglesi non la pensavano così. Quando arrivarono là per loro gli Aborigeni erano solo un ostacolo o, peggio, schiavi.

Al festival di Internazionale di Ferrara il fumettista Sam Walman ha raccontato attraverso le sue opere l’attuale condizione delle minoranze in Australia. Dai queer omosessuali, ai richiedenti asilo, agli Aborigeni, il suo lavoro rappresenta una società fondamentalmente chiusa e riottosa al cambiamento. Una critica molto forte e molto sentita. Grande partecipazione alla sala San Francesco, adiacente all’omonima chiesa. Come ha dichiarato all’inizio dell’intervento egli discende dai coloni inglesi, proprio loro che trasformarono l’isola in una colonia penale, togliendo libertà, diritti e terra ai veri padroni di casa.

Terra nullius. Foto scattata durante l'incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walmann
Terra nullius. Foto scattata durante l’incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walman

Una terra nullius era considerata l’Australia; una terra priva di cultura, vuota prima dell’arrivo dei coloni. I 500 clan, ognuno con una propria cultura, una propria lingua, tradizioni e religioni, hanno dovuto fare i conti con l’ignoranza e la prepotenza dell’occidentale invasore.

Gli Aborigeni erano visti come piante o animali, non come esseri umani

dice a un certo punto Walman. Poco è importato se gli antenati degli indigeni sono arrivati lì 40mila anni prima degli Inglesi, sviluppando una ricca società agricola capace di costruire città e villaggi in pietra 4mila anni prima degli Egizi.

Il Bunyp. Foto scattata durante l'incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walmann
Il Bunyp. Foto scattata durante l’incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walman

Ma non solo la terra. Agli Aborigeni, nel corso degli anni, è stata tolta anche la mitologia. Walman fa l’esempio del Bunyp, un animale leggendario che, come in ogni società antica, rappresentava il legame tra uomo e natura. Una creatura complessa facente parte dei riti più ancestrali degli abitanti australiani. Con l’arrivo degli Inglesi la figura del Bunyp è stata semplificata, privata dei suoi connotati. È diventato una sorta di Orco o Babau.

È diventata una creatura bidimensionale

dice Walman.

Il Bunyp oggi. Foto scattata durante l'incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walmann
Il Bunyp oggi. Foto scattata durante l’incontro di Ferrara. Disegni di Sam Walman

Oggi la situazione non è molto cambiata. L’Australia si sente Europa a tutti gli effetti e questa sua caratteristica “bianca” la rende un paese ancora molto conservatore.

Nelle scuole la cultura aborigena si studia poco. Dipende dai governi. C’è che la inserisce nei programmi scolastici, chi la toglie. Non c’è uno studio sistematico per i giovani australiani

Nel 2008 il primo ministro Kevin Rudd aveva pubblicamente chiesto scusa agli Aborigeni per i torti da loro subiti. Un primo passo avanti, anche se sarà dura farsi perdonare per le “generazioni rubate” ossia per i figli aborigeni strappati alle proprie famiglie per essere poi adottati dai bianchi e cresciuti come tali. 

Oggi permangono ancora delle ingiustizie. Troppe. Chi vive in città è emarginato e si deve accontentare di lavori degradanti. Chi vive nelle terre dei propri progenitori vive anche di caccia e pesca, ma non ha voci in capitolo nella politica dello Stato. Fino al 1992 il concetto di terra nullius è rimasto in vigore e gli Aborigeni aspettano ancora la restituzione delle loro terre. Un genocidio di quasi un milione di persone in duecento anni, un aumento della presenza aborigena nelle carceri e degrado sociale. Sono solo alcuni dei problemi di questo popolo. Non saranno inviati a Nauru come i richiedenti asilo di altri paesi (dove si rimane per 6 anni e chiunque parli di cosa avvenga lì dentro rischia una condanna di 2), ma l’emarginazione c’è comunque e avviene in casa propria.

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