Le due Repubbliche di Cipro: una vita “al muro”

Sono 40 anni che Cipro è divisa in due. A sud la Repubblica di Cipro, a nord quella Turca di Cipro Nord. La prima membro dell’Ue, la seconda riconosciuta solo dalla Turchia.

É stato necessario l’intervento dell’Onu per sedare il conflitto scatenato dalle forze turche nella zona settentrionale del paese nel 1974. Adesso c’è un muro di 180 km che taglia in due l’isola e la capitale, Nicosia. Zona demilitarizzata, inaccessibile, o quasi.

Tutto è rimasto fermo da allora. Lo ha testimoniato Neil Hall, della Reuters, con le sue fotografie all’areoporto internazionale di Nicosia, ora abbandonato.

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Volenti o nolenti, i ciprioti, greci o turchi che siano, devono fare i conti con la “Green Line” che li separa. I dialoghi tra le due parti politiche ci sono e forse qualche spiraglio di pacificazione e unificazione dell’isola si intravede. Il problema è capire chi poi controllerà la futura “Cipro unita”; i turchi o i greci? Lo si è visto già con Berlino dopo la II guerra mondiale. Il risultato della separazione di zone di influenza tra Urss e Usa? Un muro…guarda caso.

Forse arriveranno le picconate anche al muro che divide Nicosia, tuttavia, nel frattempo, ci sono dei progetti per avvicinare le due compagini.

Il Famagusta Gazette, riprendendo il giornale turco-cipriota Kibris,  il 23 luglio 2015 ha pubblicato un articolo sul suo sito, secondo il quale, dopo quattro decenni, l’intera isola potrà godere di un riunificato sistema elettrico. A fine luglio è previsto anche un nuovo network per i cellulari e la linea telefonica fissa (già attiva dal 2003, ma piuttosto scadente).

Ma c’è un’altra novità: gli amanti del verde saranno lieti di sapere che è in progetto l’istituzione di un parco all’interno della “buffer zone”, con l’intento di unire le due comunità all’insegna delle passeggiate e dei picnic. La notizia arriva dal Cyprus Mail, ma l’autore dell’articolo, Andreas Papallas, che tiene un corso di Architettura e Design Urbano a Cambridge, è piuttosto scettico al riguardo.

Parks can be nice indeed and are a vital element of the urban fabric of any city no doubt, however, that doesn’t mean ‘peace parkification’ is the solution to any urban conflict and implanting one at the buffer zone of Nicosia is irrefutably wrong

Nessuna “parchificazione” della pace, secondo Papallas (qui l’articolo per intero).

Ma il muro della discordia è anche contrabbando. Sempre il Cyprus Mail rivela che le autorità cipriote stanno aumentando i controlli per prevenire l’ingresso illegale di prodotti dalla repubblica turca.

Untitled Report

Contestato l’utilizzo di volontari per presidiare le zone interessate dal traffico illecito. Per quanto le autorità cipriote si siano espresse affinché i cittadini non facciano giustizia da soli, qualcuno solleva il dubbio che ci possa essere una deriva. L’impatto del commercio in nero non è irrisorio, però i ciprioti del sud ci tengono a preservare la legalità.

Espen Barthe Eide, il rappresentante Onu a Cipro ha dichiarato che c’è un clima favorevole e un progresso reale (nei dialoghi di pace n.d.a), ma c’è molto lavoro da fare. Vedremo se la via sarà quella di una risoluzione federalista dell’isola come auspica il capo di Stato turco-cipriota Mustafa Akinci.

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