L’Isis fa ridere. Almeno in Iran. Il concorso satirico indetto a febbraio a Teheran avente per tema lo Stato Islamico, è stato come un rito apotropaico. Scongiurare il male con la risata.
Tuttavia non è tutto oro quel che luccica. In Iran l’umorismo non è di casa se si tocca chi detiene il potere. Lo testimonia la recente condanna a 12 anni della vignettista Atena Farghadani per aver rappresentato i politici del suo paese con facce da scimmie e bovini.

La satira in guerra non è una cosa di oggi. Già all’alba della I Guerra Mondiale l’Europa ha conosciuto vignette graffianti, che rappresentavano gli interessi dei vari Stati contro cui accanirsi.

Oggi, quando si parla di satira e guerra, si pensa all’attentato del 7 gennaio 2015 alla redazione del giornale Charlie Hebdo. Ma gli obiettivi delle penne in tutto il mondo non sono solo l’Isis. Spesso anche la Casa Bianca e i governi occidentali vengono presi di mira.Il tema? Le guerre in Medio Oriente.