Morir dal ridere. La satira al tempo della guerra

L’Isis fa ridere. Almeno in Iran. Il concorso satirico indetto a febbraio a Teheran avente per tema lo Stato Islamico, è stato come un rito apotropaico. Scongiurare il male con la risata.

Tuttavia non è tutto oro quel che luccica. In Iran l’umorismo non è di casa se si tocca chi detiene il potere. Lo testimonia la recente condanna a 12 anni della vignettista Atena Farghadani per aver rappresentato i politici del suo paese con facce da scimmie e bovini.

La vignetta di Atena Farghadani
La vignetta di Atena Farghadani

La satira in guerra non è una cosa di oggi. Già all’alba della I Guerra Mondiale l’Europa ha conosciuto vignette graffianti, che rappresentavano gli interessi dei vari Stati contro cui accanirsi.

Una vignetta tedesca del 1914
Una vignetta tedesca del 1914

Oggi, quando si parla di satira e guerra, si pensa all’attentato del 7 gennaio 2015 alla redazione del giornale Charlie Hebdo. Ma gli obiettivi delle penne in tutto il mondo non sono solo l’Isis. Spesso anche la Casa Bianca e i governi occidentali vengono presi di mira.Il tema? Le guerre in Medio Oriente.

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