Siria, Iraq, Libia, Nigeria. Qui risuonano i tamburi della guerra e qui si concentra non solo il fuoco d’artiglieria, ma anche quello dei media di mezzo mondo per documentare le atrocità di conflitti apparentemente senza fine. Ci sono persone che uccidono e persone che vengono uccise, ma ci sono soprattutto coloro che fuggono all’estero per mettersi in salvo.
Non ci sono solo l’Africa e il Medioriente. Giriamo il mappamondo sulla nostra scrivania e fermiamoci nel nuovo mondo; proprio lì, in quella striscia di terra dimora degli Aztechi, dove i sacrifici umani non sono mai terminati.
I rapporti sui flussi migratori dal Centroamerica non sono incoraggianti. Anzi, forse sono quasi peggiori di quelli di altri paesi.
Messico, Honduras e Guatemala sono tre paesi al centro di una crisi umanitaria sottaciuta. Il dipartimento di sicurezza degli Stati Uniti, ha dichiarato che nel 2014 il numero di persone in fuga dal Centroamerica è raddoppiato. Il confine americano è stato oltrepassato da 61mila famiglie e circa 51mila minorenni non accompagnati. Il Messico ha perso il primato.
La frontiera statunitense è da decenni soggetta a forti pressioni migratorie. Sotto la presidenza di George Bush, le espulsioni sono aumentate rispetto agli anni ’90. Il picco, però, è stato raggiunto con Obama.
Ciò che spinge questa massa di persone ad abbandonare le proprie case riguarda soprattutto la criminalità dilagante. Honduras, El Salvador e Guatemala sono considerati tra i paesi più pericolosi al mondo, ma non va dimenticato il Messico. Gli echi dei desaparecidos di Ayotzinapa ancora non si sono spenti.
Spesso associazioni criminali quali Barrio 18 e Mara Salvatrucha, come rivela “Internazionale”, si sostituiscono ai governi. Sono organizzazioni endemiche. La loro forza non trova ostacoli, soprattutto a causa della corruzione degli apparati statali.
Corinne Dedik scrive sul “Mundo Comercial” della Camera di Commercio guatemalteca, che nel paese ci sono stati circa 50 mila denunce di estorsioni negli ultimi dieci anni. 8 mila solo nel 2014.
A dispetto di altre aree del mondo, la guerra qui non è dichiarata. Si combatte per le strade, tra bande rivali. Il narcotraffico gioca un ruolo importante. La guerra per il controllo dei territori non conosce confini e l’emergenza aumenta, anche se non se ne parla.