
A parlare è Staffan de Mistura, inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, presso la Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo a Bruxelles, dove ieri ha esposto la delicatissima situazione nel paese mediorientale. L’espressione “missione impossibile” si ricollega immediatamente alle fortunatissime produzione hollywoodiane con protagonista Tom Cruise, dove di impossibile, alla fine, non c’è quasi nulla e l’eroe riesce sempre a cavarsela. Ma se è un alto rappresentante delle istituzioni mondiali a manifestare insicurezza riguardo le risoluzioni adottate fino ad ora dalla comunità internazionale, la cosa cambia.
Secondo De Mistura é impensabile una soluzione militare, bensì una concertazione di tutti gli elementi in gioco; sunniti, cristiani e il governo di Bashar al Assad (di confessione alawita e quindi sciita, anche se ufficialmente laico).
Questa dichiarazione fa il paio con la decisione dell’Onu di ridurre il contingente dei caschi blu in Sudan (al 25 dicembre 2014 si era già passati da 20 mila a 4 mila unità in vista di ulteriori riduzioni secondo il New York Times) a cui va aggiunta quella della Corte penale internazionale di interrompere il processo per genocidio del presidente sudanese al-Bashir.
La comunità internazionale sembra alzare bandiera bianca o, almeno, è costretta a rivedere molti dei suoi piani nella risoluzione dei conflitti.