
Nell’immaginario collettivo il muro di Berlino è la barriera per eccellenza. La divisione della città ha simboleggiato la spaccatura in due della Germania post bellica e del mondo intero. Molto è stato scritto al riguardo ed è inutile tornarci sopra. Qui voglio solo presentare una breve rassegna degli altri “Muri di Berlino” presenti nel mondo.

Il sito di Panorama illustra bene la situazione.
In Europa c’è ancora un muro che divide due comunità. Chiamato “Muro della pace”, evita la promiscuità tra i protestanti e cattolici di Belfast. In realtà, ci sono più di 50 barriere di questo tipo, ma 45 si trovano solo nella capitale del Nord Irlanda. Gli altri si trovano a Londonderry (5) e a Portadown (5). L’opera è iniziata nel 1969 e voluta fortemente dal governo inglese.
Seppur minore c’è anche la piccola muraglia sul fiume Evros tra Turchia e Grecia.
A cavallo tra Europa ed Asia c’è poi la questione di Cipro. L’isola è spaccata politicamente in due. A nord i turchi con capitale Famagosta e a sud i ciprioti sotto la bandiera di Nicosia. I due territori sono delimitati da un muro divisorio.
L’Asia è il continente che presenta più barriere.
Subito salta all’attenzione la zona demilitarizzata tra le due Coree. É probabilmente la zona più calda del globo. La pace tra i due Stati non è mai stata siglata. Attualmente c’è una situazione di tregua, spesso messa a repentaglio da insorgenze nazionaliste piuttosto accese. 250 km di separazione e 4 km di territorio neutro. 2 km a nord e 2 km a sud. Da segnalare anche la barriera tra Nord Corea e Cina.
Restando in estremo oriente non va dimenticata la divisione tra Thailandia e Malesia. Muro poco noto, come d’altronde quello tra Pakistan e India lungo 3.300 km. Non distante anche la muraglia che divide i pakistani dagli afgani (2.400 km) e quella che separa India e Bangladesh. Quest’ultimo è separato anche dalla Birmania dalla cintura di Rohyngia a sua volta separata dall’India.
Andando verso occidente ci si imbatte nella frontiera Uzbekistan–Tagikistan una delle tante che serrano i confini di Tashkent. Le altre sono Uzbekistan-Turkmenistan, Uzbekistan-Kirghizistan, Uzbekistan-Afghanista e Uzbekistan-Kazakhistan.
Situazione complessa anche in Israele e la barriera divisoria nella West Bank, il territorio occupato dai Palestinesi. É uno dei muri più contestati al mondo e il progetto iniziale prevedeva quasi 800 km di cemento. Tel Aviv ha però dato avvio anche ad altri progetti per isolare i propri territori. Anche ai confini egiziano, giordano e libanese ci sono dei muri divisori.

Sempre in Medio Oriente va annoverato l’Iraq e il muro divisorio della cittadella di Sadr, a Baghdad, che divide la maggioranza sciita dai vicini sunniti. L’opera è stata progetta dall’amministrazione Bush nel 2007 durante l’occupazione del paese. Il paese è anche provvisto di un’altra barriera, stavolta esterna, che lo divide per 215 km dal Kuwait e rinforzato a seguito della I guerra del Golfo.
Scendendo nella penisola arabica troviamo la barriera saudito-yemenita che separa l’Arabia Saudita dallo Yemen. Poi quella saudito-giordana, iracheno-saudita, saudito-qatariota e saudito-emira.
Anche i miliardari Emiri degli Emirati Arabi hanno la loro protezione contro l’immigrazione e il terrorismo proveniente dall’Oman.
In Africa, per quanto la situazione del continente sia molto più complessa rispetto all’Asia, c’è un numero inferiore di frontiere “invalicabili”. Il Botswana ha eretto un muro al confine con lo Zimbawe per evitare (ufficialmente) l’ingresso di animali selvatici. In realtà pare che il motivo riguardi il flusso di clandestini. L’opera coinvolge anche parte del confine sudafricano e del Mozambico.
Recentemente si è parlato anche delle due enclavi spagnole in Marocco; Ceuta e Melilla. Numerosi immigrati provenienti dal Sahel cercano di oltrepassare le reti elettrificate e mettere piede in “Europa”. Le due appendici spagnole su territorio africano rappresentano uno degli snodi cruciali del traffico immigratorio verso il vecchio continente. Sul territorio marocchino è presente anche la cinta muraria di 2.700 km per proteggersi dalle incursioni di gruppi separatisti provenienti dal Sahara Occidentale.
Lasciato il continente nero per spostarci in Nord America non si può non parlare del confine Usa-Messico. Tristemente famoso anche per la cinematografia statunitense e per il numero dei morti, i 3.140 km di filo spinato e cemento rappresentano l’autentica divisione tra l’opulenza e la povertà nel mondo. Sempre riguardo gli Stati Uniti non si può non citare l’enclave carceraria di Guantanamo a Cuba.
A parte l’Oceania (di per sè un continente sui generis) solo il Sud America non presenta barriere fra gli Stati, grazie forse ad un’integrazione internazionale che permette una pace solida e duratura.
Qui il grafico esplicativo.
Si festeggia quest’anno il 25° anniversario della caduta del muro di Berlino. Un evento epocale, senza dubbio. Ma ci si dimentica di altre frontiere di cemento sparse ovunque nel globo, meno famose, ma altrettanto importanti. Basta guardarsi un pò intorno. Il mondo non è bipolare, ma multipolare…chiedere agli Uzbeki e ai loro 5 muri.
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